Questi ultimi anni sono stati caratterizzati da una crescente attenzione allo sviluppo del concetto “persona al centro” in ambito professionale. Cura = persona al centro.

Non più solo profitto, ma profitto possibile grazie alle persone.  Persone delle quali avere cura. L’attenzione al benessere psico-fisico degli individui diventa una questione cruciale dentro e fuori i confini del “lavoro”.

Parliamo oggi di care economy (economia di cura), come nuovo modello di business con la cura al centro e la costruzione di ecosistemi funzionali come obiettivo.

Il nostro contributo è quello di mettere in azione un concetto di cura non di tipo riparativo, ma preventivo e inclusivo (sull’inclusione leggi qui). Che non nasca per forza da un bisogno specifico, ma sia un impegno costante e continuativo.

Le nostre progettazioni nascono per restare e non per essere evanescenti. Si sviluppano in una dimensione di “tempo del futuro” e “densità di valore economico e umano” elevata. Premura e fiducia reciproca (sulla fiducia leggi qui) è quello che portiamo nelle nostre relazioni.

Crediamo che le cose possano essere fatte in un modo diverso. Con la visione di uno scopo. Con l’obiettivo di ottenere un impatto concreto, facendo sentire le persone al sicuro.

Trovare modi diversi e più funzionali di fare le cose necessita di avere uno sguardo aperto verso gli altri e il loro punti di vista. E “fare insieme nella diversità”.

In questa ottica la nostra consulenza strategica è anche sostenibile e orientata all’innovazione. Qualcosa per cui valga la pena di lavorare e impegnarsi.

Vi segnaliamo il libro “Invisibili di C. Criado Perez” che, fra i tanti possibili, approfondisce il tema della “mancata inclusione e cura”.

Ricordiamo sempre che se è vero che la “persona è al centro” allora è vero anche che cura = persona al centro!

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